Matera di non compleanno

Non mi piacciono le feste. Non so quando è scattata l’avversione. Da piccoli, si sa, il Natale è elettrizzante, la Pasqua è l’uovo con la sorpresa. E ricordo un tempo nel quale mi divertivo a pensare con largo anticipo a regali e pacchetti e un tempo in cui mi scervellavo per passare il capodanno in modo originale. Poi tutto è cambiato e queste feste di tutti, con il loro carico di significato e la loro dose di forzato divertimento, mi sono risultate pesanti, depressive, addobbate. E non mi piace nemmeno far parte della categoria degli altri, quelli contro. Contro il Natale, la Pasqua, il Capodanno. Così adotto la mia particolare tecnica, me le lascio scivolare via, faccio le stesse cose che faccio durante l’anno e attendo che passino, soffrendo le assenze che le feste amplificano e che ogni anno aumentano, a volte in modo così crudele e inatteso.

Il compleanno è diverso. Il compleanno è la mia festa e continua a piacermi.
In genere il mio giorno di compleanno, il 7 febbraio, lo passo disconnessa in giro con Luigi, da qualche parte. Quest’anno non potevo farlo così ho anticipato e ho fatto la mia festa di compleanno qualche giorno fa in una location perfetta per apprezzare la bellezza della quale l’animo ha bisogno di nutrirsi. Una città che amo da più di venticinque anni e nella quale ogni volta non vedo l’ora di tornare: Matera.

L’essere diventata Capitale europa della cultura sembrava un miracolo. Ma io non credo ai miracoli. Credo alle persone, al loro impegno e alle loro buone idee. La storia di Matera è l’esempio perfetto di come l’uomo quando segue il suo sogno ostinato può imprimere cambiamenti inimmaginabili con la sola forza della tenacia, quella che i sogni non li fa deragliare.

Per il mio giorno perfetto di non compleanno a Matera c’era una temperatura di 17 gradi, un sole abbagliante e accanto a me chi fissava immagini e ricordi.
Regali.